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autori/Leti, Gregorio

Biografia Leti, Gregorio


Gregorio Leti (Milano, 29 maggio 1630 – Amsterdam, 1701), letterato italiano. «Noterò che non pochi attribuirono Acquapendente per patria di Gregorio Leti d’infelice fama, uno de più laboriosi storici e mendaci scrittori del secolo XVII, e tanto indefesso ch’egli stesso ci assicura nel suo Teatro Belgico che per 3 giorni la settimana impiegava 12 ore a scrivere, e 6 ore negli altri giorni, quindi si ha di lui un numero prodigioso d’opere, ma zeppe d errori ereticali, calunniose e satiriche. A me basta qui d’avvertire, avendole già riprovate in più luoghi, che nell’Index librorum prohibitorum si legge: Gregorio Leti, Opera omnia, decr. 22 decem. 1700. Quanto alla patria, si confuse la nascita colla dimora a motivo che lo zio Nicola era vescovo d’Acquapendente. Gregorio nacque in Milano a’ 99 maggio 1630 d’una famiglia originaria di Bologna, quindi nel 1644 lo zio lo chiamò in Roma proponendogli lo stato chiericale, ma non aderendo tornò a Milano e facendo poi viaggi passò per Acquapendente ove suo zio era divenuto vescovo e vi si trattenne. vescovo e vi si trattenne. Tenendo egli nel suo soggiorno proposizioni molto libere circa la religione, il vescovo gli disse in presenza del suo vicario: Dio voglia, nipote mio, che un qualche giorno voi non diveniate un gran eretico; in quanto però a me, non vi voglio più in mia casa. Gregorio parti e verificò il vaticinio del savio prelato: professò il calvinismo» (Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni, vol. CI, in Venezia, dalla Tipografia Emiliana, 1860, p. 274). Lasciata la casa dello zio, Gregorio si spostò a Venezia (dove entrò in contatto con l’ambiente degli Incogniti), a Bologna, a Torino, e infine a Ginevra, dove aderì appunto al calvinismo. Qui scrive Strage dei riformati innocenti. Seguirono opere sulle corti italiane, scritti antipapali e politici. Nel luglio del 1679 è costretto ad allontanarsi anche da Ginevra. Dopo un soggiorno in Francia, Leti si trasferì quindi (1680) in Inghilterra. Qui pubblicò i due volumi del Teatro Britannico. Per la sua libertà di giudizio nell’esame politico dello Stato che lo ospitava, venne espulso dall’Inghilterra e trovò rifugio in Olanda (1683), dove ebbe rapporti d’amicizia con Pierre Bayle e dove pure morì.


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